La
Tavernetta
Androna della Chiesa….1951, dove adesso sorge la famosa piazza dell’Androna, c’era una casa, negli ultimi anni disabitata, era appoggiata alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie.
Gli urbanisti dell’epoca decisero di abbatterla per dare maggior risalto alla Chiesa, anche perché secondo loro, la sua costruzione non era antica. Si scoprì più tardi che invece era del 1200.
Nasce poco dopo quegli anni la storia della Tavernetta all’Androna.
Clara Marchesan assieme ai fratelli, apre nel ’63 il ristorante. E’ una vera e propria taverna, il legno, le travi, la boiserie, il rame, la scala a chicciola, la cucina al primo piano, il montacarichi…..
Sono anni buoni, il Boom economico, la piazza stracolma, tedeschi tantissimi, austriaci, olandesi, belgi, danesi i camerieri in livrea, le cameriere con il grembiule di pizzo, caraffe di vino a fiumi, birra, grigliate di pesce, le fritture, il profumo dell’olio, dell’aglio per la calle, gli Spaghetti all’Androna, peverasse sgusciate, pomodoro fresco e l’ingrediente segreto, un successo. Clara, affiancata da Rosanna fa si che l’Androna diventi un punto di riferimento dell’offerta gastronomica Gradese.
Per 17 anni la gestiscono, poi Gianni Frausin la rileva negli anni ’80.
Sono gli anni di Gualtiero Marchesi e della Nouvelle Cousine, di Igles Corelli del Trigabolo, anni in cui Gianni porterà con l’Androna e i suoi Chef nuova linfa all’offerta della cucina Gradese. Sono le prime contaminazioni, Anguilla all’Acetosella, Carpaccio di Branzino al Basilico e tante altre ricette, che segnarono un cambio nella ristorazione a Grado.
2001….arrivano I Tarlao…l’esperienza e la maestria di Osiris, abbinata alla dinamicità dei figli, alle nuove tecniche di cucina, alla freschezza indiscussa delle materie prime, porterà l’Androna ai vertici della cucina regionale e a varcarne i confini, ed è così che la piazza con le Tovaglie di Lino, l’Argenteria, i Cristalli, il Lume di Candela affascina e soddisfa la miglior clientela.
Nel 2016 il legno, le travi, la boiserie vengono sostituiti con le pietre del muro secolare, i mattoni di argilla, le vecchie putrelle di ferro lasciate libere….il motto meglio togliere che aggiungere, ancora una volta è sinonimo di qualità e successo.
